ISOLA FELICE
Milano | 2011
Fotografo: Johannes Muller
Un piccolo appartamento all’Isola, la nuova metà della movida milanese, con il suo tessuto di strade strette e piccole piazze, su cui si affacciano essenziali case costruite tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per il ceto operaio che le ha abitate sino a pochi anni fa. Il quartiere è a pochi passi dai futuristici grattacieli dell’area Garibaldi, ma nonostante il proliferare di nuove attività, di piccoli ristoranti, bar, jazz club, l’Isola ha mantenuto la sua aria da paesone vissuto proprio perché la sua identità urbana fortunatamente non è stata intaccata.
I cambiamenti infatti si svolgono negli interni delle vecchie case di ringhiera, riguardano i vecchi appartamenti dove lo spazio era spartano e i confort poco diffusi, in accordo con lo stile di vita dei vecchi residenti. Al secondo piano di un edificio che si affaccia su due cortili, l’appartamento, molto luminoso, nasce dalla ristrutturazione di uno spazio originariamente costituito da due stanze e da un bagno, per un totale di 40 metri quadri. L’impianto è rimasto semplice ed essenziale, si potrebbe dire monastico: l’ingresso dà sul soggiorno, da cui si accede a una cucinetta e a un antibagno attrezzato che fa da anticamera per la zona letto e dà accesso al nuovo bagno, ricavato rimpicciolendo la camera da letto originaria e convertendo il bagno preesistente in un vano doccia.
Nel progetto non c’era spazio per aggiungere: così si è scelto di lavorare in piccola scala sull’idea di un mini loft urbano e metropolitano, del tutto inaspettato dentro la casa di ringhiera: da qui i pavimenti in resina, l’uso del ferro trattato con il Corten per le librerie artigianali a tutta parete, gli arredi contemporanei di buon design, l’illuminazione semplice e funzionale (Groppi).
Nei lavori sono stati riportati alla luce alcuni particolari non immaginati: i solai originari in legno e i mattoni pieni dei muri perimetrali. Tutti i solai e alcune spine di mattoni sono stati mantenuti come segno del passato e di un’atmosfera da archeologia urbana non in contraddizione con lo spirito del nuovo progetto.