CAVALCAVIA BUSSA
Quartiere Isola, Porta Garibaldi, Milano | 2014
Come trasformare un cavalcavia del secolo scorso, mai utilizzato per gli usi che avrebbe dovuto assolvere, in uno spazio pubblico ameno e flessibile; come farne un belvedere dal quale godersi il cambiamento fisico e d’atmosfera della nuova e vibrante area Garibaldi-Repubblica-Varesine.
Le esperienze cui ispirarsi non mancano, la più iconica, l’High Line di New York. Ma ogni luogo ha le sue peculiarità. In questo caso ci sono state indicate dalla charrette che ha visto i cittadini delle zone che gravitano intorno al Cavalcavia Bussa, esprimere punti di vista e desideri in un comune sforzo creativo. Ci siamo attenuti alle loro aspettative: uno spazio pubblico a disposizione del quartiere che permetta interazione, svago, vivibilità e che riconnetta la via Quadrio alle vie Borsieri e De Castillia.
La nostra idea: fare del Cavalcavia Bussa una passeggiata verde sopraelevata, pedonale e ciclabile, un’area a lenta percorrenza cui si accede da invitanti terrazzamenti ricavati nelle testate Nord e Sud della struttura (e da ascensori anti barriere architettoniche), ricucita ai due rami di città da giardini e aree attrezzate là dove ora sono i parcheggi tra le vie Pepe, Borsieri e De Castillia. Sarebbe il modo più dolce per ricomporre la frattura che i
quartieri Garibaldi e Isola hanno ereditato dal passato, in concerto con le ipotesi di riduzione del traffico nella viabilità dell’Isola.
Nella nostra ipotesi la passeggiata verde dovrà raccordarsi all’aiuola spartitraffico lungo via Sturzo, “partner” da riprogettare come un “giardino lombardo” di carpini dove situare la Velostazione e i percorsi ciclo-pedonali che completerebbero il sistema di comunicazione sino alla stazione Garibaldi. Sarebbe la prima infrastruttura di questo genere a Milano: verde, sopraelevata tanto da permettere uno sguardo inedito su Milano e sulla ferrovia, organizzata per favorire l’interazione tra i suoi fruitori. La immaginiamo come un’oasi urbana che svetta sul traffico, a tratti riparata da una copertura lamellare che in parte supporta un sistema di pannelli solari, e crea isole d’ombra di giorno e pioggia di luce di sera, segnata in orizzontale dalla pista ciclabile che dalle vie Quadrio e d’Azeglio confluisce nel tratto già esistente di via De Castillia e quasi a metà, si biforca in una rampa verso la sottostante area di via Sturzo. L’altra spina dorsale è una strada pavimentata in materiali locali. Una strada per pedoni, dove le auto sono ospiti possibili ma eccezionali. Sinuosa scorre tra via Quadrio e via Borsieri, toccando aree verdi, campi gioco e zone relax, strutture coperte per attività occasionali, spazi aperti, punti panoramici sulla ferrovia e sulle nuove torri.
Il nostro progetto cerca di mettere in circolo la storia locale con un pezzo di città in grande cambiamento. La passeggiata verde ha tre nodi nevralgici che incoraggeranno i fruitori a spenderci il loro tempo: al centro il nesso piazza/playground/area giochi per bambini e, verso Nord e verso Sud, equidistanti, due “boschi” che renderebbero memoria al “Bosco di Gioia” abbattuto per far posto a Palazzo Lombardia.
Saranno due boschi con specie autoctone: tutta la vegetazione che verrà piantumata (dalle erbacee agli arbusti previsti nei terrazzamenti e nel nuovo giardino lungo via Sturzo, agli alberi dei due boschi, ai “rain gardens” che filtreranno l’acqua in deflusso) è di specie della nostra zona climatica. Nella scelta si farà grande attenzione al loro andamento nelle stagioni per comporre un paesaggio vivo in ogni parte dell’anno. Nel fare sistema, si è pensato alla Biblioteca degli Alberi: il verde dell’ex Bussa ne costituirebbe un “capitolo lombardo” e la integrerebbe aggiungendo le aree per sport e gioco che là non sono previste. Quanto ai “vicini”, il Pepe Verde di via Pepe e la scuola materna tra le vie Ferrari e Don Sturzo, saranno inclusi nella nuova passeggiata grazie ai terrazzamenti Nord e Sud. A uso della scuola materna, è prevista una striscia di orti didattici e, per tutti, un Laboratorio-Archivio dei Semi, da ospitare nel fabbricato comunale adiacente alla scalinata Nord. Prendersi cura dell’orto, insieme ai cittadini che vorranno collaborare, insegnerà ai bambini il valore del cibo, antidoto allo spreco. Il nuovo Bussa è pur sempre un cavalcavia su una strada di grande traffico: il futuro sarà quello di nuova porta cittadina verso le trasformazioni dell’aria Garibaldi-Repubblica; il cemento della struttura verrà rivestito di colorata lamiera corten, sormontato da balaustre in vetro posizionate a sostituire gli attuali parapetti, un landmark riconoscibile come punto di passaggio. Quanto al nome, crediamo che Cavalcavia Bussa non vada cambiato: il toponimo che ricorda il sacerdote dell’Isola corrisponderà, finalmente, al suo operato di costruttore di comunità: non più una terra di nessuno ma un luogo di incontro e socialità. Il mero consumo, nel nostro progetto, è un aspetto marginale.